Elisabetta I Tudor
(1533 - 1603)
Figlia di
Enrico VIII e Anna Bolena, sale al trono dopo la morte della sorella.
In gioventù, vivo il re, si dedica agli studi acquisendo una vasta istruzione umanistica. Venne rinchiusa nella Torre di Londra in quanto coinvolta nella rivolta di Wyatt, che voleva farla regina. La sua politica non è quella di ricercare alleanze straniere attraverso il matrimonio, quanto piuttosto di rinsaldare la potenza interna dell’Inghilterra.
Nel 1559 impone l’uso del
Book of Common Prayer e nel 1563 l’Atto di supremazia le conferisce la qualifica di “Supreme Governor”. Il 25 febbraio 1570 viene scomunicata da papa Pio V con la bolla
Regnans in excelsis. Durante il suo regno vi sono numerose sedizioni: la più tragica si conclude con la condanna a morte di
Maria Stuarda, regina di Scozia, nell’ottobre del 1586. Il regno di Elisabetta è contrassegnato dalla costante rivalità con la Spagna, che culmina nel 1588 con la sconfitta dell’Armada spagnola e delle mire egemoniche di Filippo II.
Durante il soggiorno del Nolano, dal 1583 al 1585, riceve Bruno a corte: il filosofo avrà sempre parole elogiative nei confronti della «Diva Elizabetta», non ricambiate peraltro da altrettanta calorosa stima.