Martin Lutero
(1483-1546)
Educato presso i Fratelli della Vita Comune, Lutero entra nel 1501 all'università di Erfurt per studiare legge come desiderava il padre, modesto imprenditore minerario. Consegue il titolo di
magister alla facoltà delle arti ma poi interrompe gli studi e si fa monaco agostiniano in seguito a un voto fatto «nella stretta del terrore e dell'angoscia di una improvvisa morte» durante un violentissimo temporale. Nel 1507 è consacrato sacerdote. Tre anni dopo compie un viaggio a Roma, dal quale ritorna profondamente scandalizzato per il malcostume del clero. La Chiesa non offre, ai suo occhi, alcun mezzo per diventare giusti di fronte a Dio. La paura della «giustizia di Dio» lo ossessiona, fino a che, meditando su un passo della
Lettera ai Romani, non trova la risposta: giusto è colui che ha fede; solo la fede salva l'uomo, non le opere.
Le tesi pubblicate nel 1517 a Wittenberg, dove manterrà fino alla fine la cattedra di teologia, nascono da questo nucleo dottrinale. Lutero affronta con fermezza le immani conseguenze suscitate dalle tesi e dagli scritti successivi: davanti a
Carlo V, alla Dieta di Worms, rifiuta di ritrattare appellandosi esclusivamente alla propria coscienza: «Non posso e non voglio ritrattare nulla, perché non è giusto né saggio agire contro coscienza». In seguito, tenderà sempre più a rifuggire dagli estremismi che egli stesso aveva innescato e ad affidare sempre maggiormente ai principi protestanti la salvaguardia dell'ordinamento politico ed ecclesiastico delle nuove comunità.
Nel 1525 sposa Katharina von Bora, ex monaca, da cui avrà 6 figli. Muore nel 1546 a Eisleben, nella sua città natale; il suo corpo viene sepolto nella chiesa del castello di Wittenberg.