Ulrich Zwingli
(1484 - 1531)
Riformatore svizzero di profonda formazione umanistica. Supera
Lutero nell'eliminare ogni aspetto esteriore della vita religiosa, e quindi rivoluziona maggiormente la liturgia: abolisce la messa sostituendola con una funzione eucaristica comunitaria che ha valore di semplice rievocazione perché Zwingli nega la presenza di Cristo nell'Eucarestia (transustanziazione) e su questo punto nasce un'accesa polemica con Lutero. Con Lutero sostiene il “servo arbitrio”, fondandolo però su un'idea del determinismo universale di matrice umanistico-stoica, piuttosto che su una visione pessimistica dell'uomo. Ma è soprattutto sul piano socio-politico che la riforma di Zwingli, inserita nella realtà borghese della città, apporta profonde innovazioni: soppressi i monasteri e la giurisdizione vescovile, le cui funzioni vengono assorbite da quella civile, non c'è più distinzione fra ecclesiastici e laici, ma tutti fanno parte di un'unica comunità. Spetta poi alla chiesa e alle istituzioni dello stato, in particolar modo la magistratura, il compito di sorvegliare la disciplina morale dei fedeli per aiutarli a raggiungere la santità.
Zwingli è anche un uomo d'azione: prima di passare alla Riforma aveva accompagnato, in qualità di cappellano, i suoi parrocchiani svizzeri arruolati come mercenari nell'esercito papale, e assiste al loro massacro nella battaglia di Marignano (1515). Da riformatore, si pone alla testa della Lega delle città svizzere protestanti ed egli stesso impugna le armi nella lotta contro i cantoni cattolici, appoggiati dagli Asburgo. Muore combattendo nella battaglia di Kappel (1531) e il suo cadavere viene squartato e bruciato, secondo il trattamento riservato agli eretici.