la vita di giordano bruno
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L'immatricolazione

“Gli ho proibito di insegnare pubblicamente filosofia”

Si tratta dell'immatricolazione del 25 luglio sull'Albo dell'Università in qualità di “Theologiae Doctor Romanensis” (Giordano Nolano Napoletano, Dottore di Teologia a Roma). Gli viene però subito vietato, per “gravi” - ma non specificati - motivi, di tenere lezioni pubbliche di filosofia. «Per gravi ragioni, con il consenso della facoltà di filosofia, gli ho proibito di insegnare pubblicamente filosofia» annota Pietro Nigidio, rettore dell'università, sull'albo. Questo fa andare il Nolano su tutte le furie. «[...] venuto in casa mia, - scrive Pietro Nigidio - si mise a insolentirmi audacemente, quasi che io nella sua faccenda avessi agito contro il diritto delle genti, le consuetudini di tutte le università tedesche e i più alti interessi della scienza. Non avendo egli voluto più essere membro dell'Accademia, di mio pugno ho levato via il suo nome dal ruolo». È Nigidio stesso dunque a tirare un grosso frego sul nome e sul grado di Bruno. In un secondo tempo, però, un membro dell'Università - forse Raphael Egli - riscrive, sul frego, l'immatricolazione del Nolano e cancella la frase «cum consensu facultatis philosophicae», in modo che la responsabilità del divieto ricada esclusivamente sul rettore che, a quanto pare, non doveva aver agito in pieno accordo con gli altri professori.





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