Marburgo
Cultura e tolleranza
Piccola città dell’Assia, bagnata dal fiume Lahn, un affluente di destra del Reno, Marburgo è sede di una università che, nella seconda metà del Cinquecento, orienta il proprio insegnamento in direzione spiccatamente
ramista. Sulla scelta di Bruno, che, abbandonata Wiesbaden, si dirige alla volta della cittadina protestante, pesano considerazioni di carattere politico e culturale: Marburgo si trova infatti nei domini di
Guglielmo d’Assia. Colto e tollerante, compagno di studi di Tycho Brahe, il principe tedesco - cui Bruno avrebbe dedicato parole di alta ammirazione nella
Oratio valedictoria - è animato da un profondo e genuino interesse per le discipline astronomiche: esperto conoscitore delle dottrine peripatetiche, aderisce tuttavia all’ipotesi copernicana, dedicandosi allo studio delle comete e dei nuovi corpi celesti individuati dagli astronomi (le cosiddette “
novae”). Una attività intensa e proficua, che conduce il langravio verso posizioni radicalmente nuove: prendendo le distanze dalla dottrina delle sfere concentriche – cui aderisce lo stesso
Copernico – Guglielmo d’Assia sostiene invece, in netta polemica con la cosmologia di ascendenza aristotelica, la totale omogeneità di mondo sublunare e supralunare: uno degli studiosi protetti da Guglielmo d’Assia è, del resto, il matematico Christoph Rothmann, fermo sostenitore dell’infinità dell’universo. Fiducioso nelle possibilità di inserirsi in questo clima culturale, Bruno tenta così di ottenere un insegnamento presso l’università di Marburgo: ma le cose, come vedremo, andranno in modo ben diverso.