la vita di giordano bruno
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Giovanni Calvino
Giovanni Calvino


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Veduta di Ginevra
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Ginevra

Primi incontri con i calvinisti

«Onde voltai alla volta de Genevre; et arrivato là, andai ad alloggiar all'hosteria; et pocco doppo il marchese de Vico napolitano, che stava in quella città, me domandò chi ero et se ero andato lì per fermarmi et professar la religione di quella città. Al quale doppo che hebbi dato conto di me et della causa perché ero uscito dalla religione, soggionsi ch'io non intendevo di professar quella di essa città, perché non sapevo che religione fosse; et che per ciò desideravo più presto de star lì per viver in libertà et di esser sicuro, che per altro fine. Et persuadendomi in ogni caso a demettere quell'habito ch'hio avevo, pigliai quei panni et me feci far un paro di calce et altre robbe; et esso Marchese con altri Italiani me diedero spada, capello, cappa et altre cose necessarie per vestirme, et procurarono, acciò potesse intertenermi, de mettermi alla correttione delle prime stampe. Dove stetti, in quell'essercitio, circa doi mesi, andando però alle volte alle prediche et sermoni cusì de Italiani come de Francesi, che leggevano et predicavano in quella città; fra li altri ascoltai più volte le lettioni et prediche de Nicolò Balbani luchese, che leggeva l'Epistole de San Paulo et predicava li Evangelii. Ma essendome detto ch'io non potevo star lì lungo tempo, s'io non me rissolvevo de accettar la religione di essa città, altrimente che non haverei havuto sussidio alcuno da loro, me rissolsi de partir...»








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