la vita di giordano bruno
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Genova
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Un gustoso ricordo

L'asino di Cristo

Della sua breve sosta a Genova, Bruno trae un ricordo che troverà spazio nelle sue opere.
Nel Candelaio, infatti, menziona «la benedetta coda dell’asino ch’adorano a Castello i Genoesi» e, nel terzo dialogo dello Spaccio della bestia trionfante, fa così parlare Saulino: «Cossì ho visto io gli religiosi di Castello in Genova mostrar per breve tempo e far baciar la velata coda, dicendo: - Non toccate, baciate; questa è la santa reliquia di quella benedetta asina, che fu fatta degna di portare il nostro Dio dal monte Oliveto a Jerosolima. Adoratela, basciatela, porgete limosina: Centuplum accipietis, et vitam aeternam possidebitis».
L’allusione è alla reliquia dell’asino su cui Cristo avrebbe fatto il suo ingresso a Gerusalemme e che, almeno fino al 1797, era conservata nella chiesa di Santa Maria di Castello a Genova. È probabile che, nei giorni della sua permanenza, Bruno abbia assistito a qualche solenne cerimonia religiosa, svoltasi, forse, per allontanare dalla città l’incubo dell’epidemia di peste.





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