Nola nel Rinascimento
Baluardo aragonese
Nola, con Capua e
Napoli, rappresentava un baluardo della dominazione aragonese nell'Italia meridionale e, per i suoi meriti nella lotta contro i Francesi, godé di particolari privilegi.
A seguito del tradimento, però, Enrico Orsini, conte di Nola, si vide spogliato delle sue proprietà e la cittadina (1526) divenne di proprietà del demanio, conservando tuttavia qualche grado di autonomia, se pure a prezzo di notevoli sacrifici economici, come dimostra l'episodio della
fusione della campana, ricordato a proposito del vescovo Gian Francesco Bruno.
In generale, le sorti di Nola si intrecciano, ormai, con le vicende politiche di Napoli e la cittadina si caratterizzerà soprattutto per la sua vocazione agricola.
1