La situazione politica a Roma
Note generali
Con la scomparsa dalla scena politica di
Carlo V si spengono le ultime faville delle guerre che per più di mezzo secolo avevano attraversato l’Italia e, per circa trent’anni, l’intera Europa. Re di Spagna, d’Italia e dei Paesi Bassi è Filippo II, cui il nuovo imperatore Ferdinando I guarda con occhio benevolo. Roma non è più, dunque, terra di assedi e di saccheggi, ma appare enormemente provata, né giovano a risollevarne le sorti generali le grandiose imprese artistiche e architettoniche realizzate da un Papato sempre più impegnato in quella attività di difesa e di autoaffermazione conosciuta come Controriforma. È proprio sul piano della applicazione dei decreti tridentini e della intransigente difesa della dottrina e dei privilegi della Chiesa che si svolge la parte più preponderante dell’attività politica pontificia. Nel frattempo il degrado economico, sociale e morale della popolazione è al massimo grado e risulta estremamente difficile mantenere l’ordine pubblico nella città e nelle campagne circostanti. Nasce e si sviluppa un brigantaggio che sarà difficile estirpare: omicidi e vessazioni sono all’ordine del giorno e si intrecciano con le esecuzioni e gli autodafé che un’Inquisizione sempre più intransigente decreta per grandi e piccoli “eretici”.
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