Situazione religiosa
La notte di San Bartolomeo
Nel clima di tensione altissima in cui vive la Francia della metà del Cinquecento si inserisce una lunga serie di avvenimenti politici che contribuiscono, fra le altre cause, a scatenare le guerre civili a sfondo religioso. Il lungo periodo di trentasei anni che va dal 1562 al 1598 è stato, piuttosto arbitrariamente, diviso in otto guerre di religione. I torbidi, in realtà, sono continui.
Dopo i massacri perpetrati da parte dei seguaci dei Guisa ai danni dei riformati, e la cattura della famiglia reale da parte dei cattolici a Fontainebleau, la situazione è ormai del tutto sfuggita dalle mani della reggente
Caterina de’ Medici e precipita nella guerra civile, con l’aggravante che gli opposti partiti si rivolgono agli stranieri per chiedere aiuto. Anche Tolosa, da sempre roccaforte del cattolicesimo intransigente in Francia, sarà attraversata da fervide passioni religiose e minacciata dal pericolo calvinista. I contrasti porteranno, solo nella notte di San Bartolomeo, alla morte di oltre 200 protestanti e soprattutto al rafforzamento, anche in sede di insegnamento universitario, della dottrina ortodossa, come a perpetuare quella tradizione che affondava le sue radici nella fondazione stessa dello studio tolosano, nato da un’imposizione papale finalizzata a costruire una roccaforte contro ogni forma di eresia.
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