la vita di giordano bruno
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Enrico IV
Enrico IV

Caterina de' Medici
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Antiprotestanti e domenicani

Una roccaforte ortodossa

La morte di Enrico II, dopo la pace di Cateau Cambrésis, lascia la Francia in una situazione assai grave sotto il profilo economico e finanziario; inoltre essa diviene presto grave anche sotto il profilo politico, dal momento che la nuova situazione favorisce lo scatenarsi di una lotta fra fazioni nobiliari, la quale, dal piano dell’intrigo cortigiano, si amplia al piano politico vero e proprio, prendendo le caratteristiche di un grande scontro per il potere e assumendo inevitabilmente connotati religiosi.
La penetrazione delle idee riformate in Francia, infatti, è ormai da tempo una realtà, soprattutto perché la predicazione calvinista cade su un terreno fertile, reso particolarmente adatto alla ricezione di idee nuove dalla stretta economica e dall’aumento del disagio provocato dalla pressione fiscale. Anche la repressione dell’eresia, comunque, si organizza attraverso strumenti ufficiali. Con la pace di Beaulieu, con la quale la corona viene a patti con gli ugonotti (nome col quale vengono comunemente chiamati i calvinisti), riconoscendo la completa libertà di culto ai riformati, si ha una sostanziale legittimazione dell’organizzazione non solo religiosa, ma anche politica degli ugonotti stessi, la quale provoca presto l’iniziativa della costituzione di una Lega cattolica, alla cui direzione si pongono naturalmente i Guisa. Tutte le forze cattoliche più intransigenti si raccolgono intorno alla necessità di difendere l’ortodossia. E tanto più questo irrigidimento assume connotati marcatissimi in quelle che erano da sempre le roccaforti dell’ortodossia cattolica: Tolosa, baluardo della tradizione nella Francia meridionale, è una di queste.
Quando, alla fine del 1579, Bruno vi giunge, trova una città in mano ai domenicani e ai gesuiti. Il fatto che decida di stabilirvisi, e che decida persino di presentarsi a un confessore gesuita, che non può assolverlo «per essere apostata», dimostra la portata della reazione antiriformista che si scatena in lui dopo l’episodio ginevrino in cui egli è fatto oggetto dell’intolleranza dei ministri della chiesa calvinista.





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