La professione di fede
Per una “religione filosofica”
Nella dedica agli
Articuli adversus mathematicos, Bruno si appella al tema classico della lotta tra la luce e le tenebre per mostrare come le lotte e l'odio sono i frutti velenosi che nascono dalla presuntuosa arroganza di certi fanatici, che, certi di godere del favore esclusivo di Dio, si vedono predestinati alla vita eterna, e sostengono anzi che tutti quanti non la pensano come loro saranno condannati all'“eterna morte”. «Da questa pietà - scrive il Nolano - nasce che (contro ogni ragione e condizione di natura, contro il diritto delle genti, e quindi contro il vero ordine dato dall'ottimo Dio alle cose) i patti di natura giacciono infranti. Per incitamento di spiriti nemici agli uomini, e grazie all'opera delle Erinni infernali che fingendosi messaggeri di pace spargono tra gli uomini il fuoco della discordia e dividono con la spada della discordia anche gli esseri più uniti si è arrivati al punto che l'uomo è nemico dell'uomo più di ogni altro essere, e lo odia più di ogni altro vivente. Dovunque giace negletta quella legge d'amore, pur tanto diffusamente celebrata, la quale, nata non dal malvagio demone di una singola gente, ma, in verità da Dio padre di tutti, in quanto conforme alla natura universale, proclama l'amore universale, onde dobbiamo amare anche i nostri nemici, per non essere simili ai bruti e ai barbari, e diventare invece, immagine di colui che fa nascere il suo sole sui buoni e sui malvagi e riversa sui giusti e gli ingiusti la pioggia delle sue grazie. Questa è la religione che io osservo senza alcuna controversia e prima di ogni disputa, sia per convincimento dell'animo, sia per antico costume della mia patria e della mia gente».
Difendendo contro ogni fanatismo dogmatico la legittimità del dubbio e del dibattito, Bruno contrappone alle religioni rivelate, fonte di discordie e inimicizie, la propria «religione filosofica» fondata sulla tolleranza e sull'amore.
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