Situazione religiosa
Per una chiesa nazionale
La prima metà del Quattrocento è dominata dalla lotta della Chiesa e dell'impero contro gli hussiti, movimento di riforma religiosa portatore di potenti istanze nazionalistiche. Nel 1436 era stata temporaneamente riconosciuta agli hussiti cechi una posizione particolare in seno alla Chiesa cattolica, con la costituzione di una Chiesa nazionale. Gli hussiti più radicali fondarono la comunità dei Fratelli Boemi, che con l'avvento della Riforma diventerà una Chiesa evangelica.
Verso la fine del Cinquecento, dunque, innestatasi sul vecchio ceppo hussita, la Riforma era ormai penetrata in Boemia, nonostante gli sforzi compiuti dagli Asburgo per bloccarla introducendovi le direttive della Controriforma e favorendo la predicazione dei gesuiti. Sul fronte religioso si acuiscono in questi anni le tensioni tra cattolici e riformati: nell'ultimo decennio del secolo si afferma alla corte di
Rodolfo II il cosiddetto “partito spagnolo” che sostiene con forza sempre maggiore la causa dei cattolici.
Nel 1596 l'ambasciatore veneziano a Praga Tommaso Contarini sottolinea la precarietà di questa situazione osservando che «i regni e gli stati dell'imperatore non sono ancora sicuri dai tumulti dei popoli, perchè non vi è l'affezione che li faccia obbedienti, rispetto alle diversità della religione». In particolare, i paesi cechi temevano di perdere le proprie prerogative e i loro antichi diritti in materia fiscale e tributaria. A tali ragioni di tensione si aggiunge la questione irrisolta della successione.
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