Bruno a Praga
Trecento talleri per gli “Articuli”
Durante i sei mesi trascorsi a Praga, Bruno ha modo di pubblicare il
De specierum scrutinio et lampade combinatoria Raimundi Lullii, dedicando l'opera a don Guglielmo de Haro, ambasciatore spagnolo presso la corte imperiale. Si tratta di una operazione editoriale svolta con sapiente pragmatismo e tesa a consolidare rapidamente la posizione di Bruno nei circoli intellettuali praghesi: per quest'opera, Bruno si limita infatti a ristampare i fogli del
De lampade combinatoria lulliana, sostituendo semplicemente il primo foglio - contenente il titolo - e le carte successive, dove è contenuta la commossa dedica al senato accademico di Wittenberg. A
Rodolfo II Bruno dedica invece un'opera di argomento matematico, gli
Articuli adevrsus mathematicos, preceduti da una introduzione incentrata sui temi della filantropia e della tolleranza, e per questo giustamente considerata l'unica - e vera - professione di fede mai pronunciata da Giordano Bruno. Con il dono di trecento talleri avuti dall'imperatore, Bruno lascia Praga e si dirige a
Tubinga.
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