Le critiche di Copernico alla cosmologia tradizionale

“Maggiore semplicità e armonia”

Nella lettera dedicatoria posta all'inizio del De revolutionibus, Copernico sostenne che la verosimiglianza della sua ipotesi era testimoniata dal fatto che il modello eliocentrico era in grado di spiegare tutti i moti celesti attraverso il movimento di sole otto sfere concentriche. Attribuendo il movimento alla terra, era infatti possibile eliminare tutte le irregolarità del modello tradizionale, riaffermando così la perfetta circolarità e l'uniformità dei moti celesti. 
È da notare che, in ogni caso, anche Copernico rimase fedele ai principi della fisica aristotelica, secondo cui le orbite perfettamente circolari dei pianeti erano determinate dal movimento delle sfere concentriche nelle quali sono contenuti i pianeti. La semplicità del sistema era però più apparente che reale: in alcuni casi, anche Copernico era ricorso alla dottrina degli epicicli per spiegare la variazione delle orbite dei pianeti. Inoltre, aveva dovuto attribuire alla terra - oltre al moto di rotazione intorno al suo centro e di rivoluzione intorno al sole - anche un moto detto di “declinazione” per giustificare il fatto che l'asse terrestre rimanesse sempre nella stessa posizione rispetto alla sfera delle stelle fisse.

De revolutionibus, frontespizio

Ritratto di Nicolò Copernico