Il De imaginum compositione
Una critica serrata contro il fanatismo religioso
In quest'opera, Bruno riprende in un contesto teorico più saldo e organico gran parte del materiale teorico elaborato nei primi scritti mnemotecnici parigini: a fondamento della riflessione svolta in quest'opera sta infatti la persuasione del legame organico che sussiste tra piani diversi della realtà. Ed è proprio la vitalità della fantasia che consente di intrecciare i nodi della comunicazione tra i vari livelli, procedendo continuamente dal sensibile all'insensibile e viceversa. A tale persuasione si aggiunge il riconoscimento della natura simbolica di ogni procedimento discorsivo: è questo il senso che Bruno attribuisce alle celebri battute di Aristotele, secondo il quale l'attività dell'intelletto non è altro che una raffinatissima combinazione di immagini fantastiche. Immagini e simboli diventano così il linguaggio stesso dell'intelletto: tornano dunque le tecniche fondate sulle ruote e sulle combinazioni di lettere, che vengono presentate non solo come un semplice sussidio alla memoria ma come strumento efficacissimo per potenziare l'intelletto e aprire la via a nuove straordinarie scoperte.
Anche in quest'opera, tuttavia, la riflessione gnoseologica si schiude a problemi etici e religiosi. Nella sezione in cui discute della vitalità dei simboli, che si prestano ad assumere valori infinitamente vari e spesso contrastanti, Bruno svolge una critica serrata contro il fanatismo religioso, e deplora la facilità con cui individui senza scrupoli prendono a pretesto fenomeni schiettamente naturali, per trasformare il delirio di soggetti impressionabili e ignoranti in profezie dotate di profondo significato, adattandole con tanta abilità alle attese e alle credenze dei propri ascoltatori che questi ultimi finiscono per convincersi di avere di fronte a sé un «inviato degli dei».
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