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Hyeronim Besler
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Nicolò Copernico
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La Fiera del libro

Per uno spirito di libertà

Sin dal Medioevo esistevano fiere dei libri in Inghilterra, in Olanda, in Spagna, in Italia, in Francia. Ma nel Cinquecento una fiera in particolare balza in primo piano, grazie alla sua posizione centrale rispetto alle grandi vie di traffico europeo: la Fiera di Francoforte.
È qui che i pionieri dell'editoria si davano appuntamento ogni anno, come continuano a fare ancora oggi ogni ottobre, a distanza di cinque secoli, gli addetti al settore. La Fiera di Francoforte non è solo, a tutt'oggi, la più grande fiera mondiale del libro, è anche la più antica. Già all'inizio del XV secolo compaiono copisti e autori di libri tra gli esibitori delle Fiere Imperiali che vi si tenevano periodicamente sin dai tempi di Carlo Magno; i documenti imperiali attestano l'esistenza di una Fiera del Libro quasi immediatamente dopo l'invenzione della stampa a caratteri mobili di Gutenberg.
Nel 1574 l'atmosfera intellettuale della Fiera, ricca di studenti e autori, viene paragonata a quella dell'antica Atene. Vi si respirava uno spirito di libertà inconsueto rispetto ad altre città attive nel commercio dei libri: anche a Lutero era stato concesso di vendere i propri libri mentre altrove pesava contro di lui la condanna come eretico. Questo spirito liberale, unito alla robusta tradizione commerciale della città, è alla base del ruolo guida di Francoforte nel commercio librario, ruolo rimasto incontestato fino al Seicento, quando iniziarono a farsi sentire i giri di vite della censura imperiale.





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