La petizione al senato

2 luglio 1590

Nel celebre codice Norov custodito alla Biblioteca Statale Russa di Mosca è custodito - oltre al testo di gran parte delle opere magiche, anche un interessante documento biografico. Sul retro di uno dei fogli utilizzati per stilare una prima, embrionale redazione del De vinculis troviamo infatti la minuta in parte illeggibile, della sua petizione al senato di Francoforte per avere il permesso di soggiornare alcune settimane in casa del tipografo Johann Wechel, l'editore della trilogia dei poemi latini e del De imaginum compositione.
La supplica, registrata il 2 luglio 1590 nel registro della comunità viene tuttavia rifiutata. Bruno prende così alloggio nel convento dei carmelitani. Non è un fatto casuale: grazie ad un privilegio imperiale concesso da Carlo V nel 1531, i conventi carmelitani - fra i quali viene menzionato esplicitamente quello di Francoforte - non sono soggetti all'ordine secolare, e quindi possono concedere ospitalità anche a individui poco graditi dall'autorità civile. Ovviamente, il privilegio era stato in origine concepito solo per i membri dell'ordine carmelitano: in seguito, tuttavia, in virtù di una interpretazione “elastica” del privilegio, il diritto di ospitalità venne esteso anche a chi dimorava solo temporaneamente entro le mura del convento.
Una situazione di fatto, dunque, e non di diritto: infatti, pochi anni dopo la partenza di Bruno da Francoforte, per intervento delle autorità viene abolita l'usanza - fino ad allora tollerata dal Senato cittadino - di ospitare pensionanti nel convento. Questa decisione colpisce anche numerosi librai che, durante la fiera del libro, erano soliti alloggiare nel convento. Fra questi, troviamo due protagonisti della prima fase del processo di Bruno: i librai Giovan Battista Ciotti e Giacomo Brictano. Sono loro che ci informano della fama che circondava Bruno a Francoforte: il filosofo, raccontano, viene giudicato da tutti un uomo di nessuna religione.

Convento del Carmine

Francoforte