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Ignazio di Loyola
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Tommaso Campanella
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L'Inquisizione spagnola

La repressione degli ebrei

In Spagna, l’Inquisizione sorse soprattutto per combattere i numerosissimi ebrei spagnoli, i quali detenevano un fortissimo potere economico su cui la Corona, in momenti di grave crisi, intendeva mettere le mani. Gli ebrei, per sfuggire alle persecuzioni, fingevano di battezzarsi ma restavano, in realtà, legati ai riti e ai culti giudaici (li si denominava conversos o, più sprezzantemente, marranos, cioè porci).
A introdurre l’Inquisizione in Spagna furono Ferdinando d’Aragona e Isabella di Castiglia. L’azione dei primi inquisitori fu talmente rigorosa e svincolata da ogni regola canonica che il papato tentò in ogni modo di riprenderne il controllo; ma la corona spagnola non intese rinunciare a un’arma così potente e resisté alle pressioni della S. Sede. Primo grande inquisitore di Spagna fu Tommaso di Torquemada, confessore della regina e uomo di integerrimi costumi, ma di uno zelo religioso che sconfinava nel fanatismo.
Nel XV secolo l’Inquisizione spagnola si volse anche contro l’islamismo (i moriscos erano i maomettani convertiti solo per opportunità) e, a partire dal XVI secolo, contro la riforma protestante. Alcuni processi, come quello contro il cardinale Carranza, iniziati in Spagna, ebbero poi conclusione in Italia.




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