L'Inquisizione romana
L'accentramento del potere inquisitoriale
Fu istituita nel 1542 con la bolla
Licet ab initio da Paolo III. Le caratteristiche che la differenziavano dalla inquisizione medievale si possono individuare nella centralizzazione del suo potere e nella facoltà di prescindere del tutto dai tribunali vescovili. La nascita di questa Inquisizione va inquadrata nell’ambito generale della Controriforma, ma risponde anche all’esigenza di limitare l’autorità e l’estensione dell’Inquisizione spagnola.
Il vero organizzatore dell’Inquisizione romana fu Sisto V il quale, nella bolla
Immensa aeterni (22 gennaio 1588), designò la congregazione dell’Inquisizione come la prima delle 15 congregazioni romane.
L’operato dell’Inquisizione romana fu sempre circondato da grande segretezza, per cui non se ne può fare una storia attendibile. Con particolare rigore e crudeltà questo strumento dovette essere usato da Paolo IV contro gli ebrei. Anche Pio V Ghislieri, già inquisitore egli stesso, ne intensificò l’attività e prese provvedimenti atti a garantirne la più larga e sollecita azione. Oltre ai processi celebri, si intentarono processi di massa contro sodomiti, streghe ed ebrei.
Ancora ai giorni nostri, l’Inquisizione vive come una delle congregazioni ecclesiastiche (Sant’Uffizio) e alcune sue strutture, in base a disposizioni concordatarie, hanno vigore in alcuni Stati.
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