Il Concilio di Trento
La Controriforma
Nell’anno 1562, sotto il pontificato di Pio IV si era chiuso il Concilio di Trento. Lasciando bensì inevasa la questione politica che tante fratture aveva determinato fra il papato e l’impero: la questione della fonte dell’autorità vescovile. Ma definendo, dal punto di vista della fede, tutte le più minute questioni teologiche e dottrinarie e creando l’impalcatura dell’ortodossia religiosa su cui si fondava la Controriforma.
Contro la teoria protestante della esclusiva “giustificazione per la fede
” si ribadiva e rafforzava, in tutte le sue implicazioni, il principio della “giustificazione per la fede e per le opere
”. Veniva dichiarato legittimo, anzi doveroso, il culto dei santi; veniva imposto il riconoscimento della legittimità di tutti e sette i sacramenti, compresa quindi la confessione, la comunione sotto una sola specie e si riabilitava la pratica della messa e la funzione mediatrice del sacerdote, così violentemente contestata da
Lutero e da
Calvino.
In pratica la Chiesa tendeva a rimettere nelle mani dei suoi dirigenti cattolici tutta la società, impadronendosi degli strumenti atti a dominare la condotta pratica degli uomini.
Tali strumenti saranno gli ordini religiosi che, in questo periodo, vengono a moltiplicarsi e a estendere le loro diramazioni sul territorio italiano, ma anche oltre i confini della nazione, soprattutto là dove gli interessi religiosi vengono assunti in proprio e trasformati in interessi di dominio politico (in particolare in Spagna). Altro potente strumento della Chiesa sarà l’Inquisizione.
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