Le opere di s. Gerolamo e s. Crisostomo con gli scolii di Erasmo
Testi con note e commenti eterodossi
La scelta da parte di Bruno di abbandonare prima l’Ordine, poi addirittura l’Italia, a causa della gravità delle possibili conseguenze delle accuse rivoltegli, porta in primo piano libri che dovevano essere estremamente sospetti e di cui, invano, aveva tentato di disfarsi.
Il primo libro cui Bruno fa riferimento è la versione erasmiana delle orazioni e delle omelie di Giovanni Crisostomo, uscita dall’officina frobeniana di Basilea nel 1540; l’opera comprendeva, anche, una
Vita Iohanni Crisostomi composta dallo stesso
Erasmo.
Il secondo testo ricordato dal Nolano era uscito invece dalla tipografia Guillard, a Parigi, nel 1542:
Divi Hyeronimi Stridonensi Opera Omnia, cum scholiis Desiderii Erasmi Roteradomensis. Diviso in otto tomi, curato e annotato da Erasmo, era stato stampato più volte nel corso del ‘500. Anche la
biblioteca di S. Domenico possedeva un esemplare di quest’opera. Scorrendo le carte di questo esemplare, che fu purgato da padre Didaco da Luculi per mandato dell’Inquisizione e che si trova oggi presso la Biblioteca Nazionale di Napoli, risaltano con grande evidenza gli interventi del censore.
Le cancellature, che risparmiano ampi passi dei commenti biblici, si concentrano, in particolare, sul testo delle
Epistole: in queste pagine si susseguono numerosi tratti di penna, tracciati per dritto o per traverso, per cancellare del tutto o in parte le
annotazioni di Erasmo.
Le note marginali al testo, inoltre, mettevano a fuoco opinioni eterodosse, quali quelle di Gioviniano, Montano, Pelagio e, soprattutto,
Origene. Per questo motivo, dunque, il Nolano non poteva aver ottenuto in consultazione questo libro della biblioteca del convento: il testo rientrava, infatti, in quel gruppo di opere vietate che dovevano esser consultate con grande cautela e tenute nascoste.