la vita di giordano bruno
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Martin Lutero
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Filippo Melantone
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Un'intensa attività

Un periodo sereno e fecondo

Bruno, per due anni, tiene lezioni sull'Organon e su altri testi aristotelici: una scelta apparentemente curiosa, tenendo conto della polemica corrosiva che il Nolano svolge contro le dottrine dello Stagirita.
È un periodo sereno e fecondo per il Nolano, che pubblica, in pochi mesi di frenetico lavoro, un'ampia serie di trattati: il De lampade combinatoria lulliana, il De progressu et lampade venatoria logicorum, il Camoeracensis Acrotismus. Compone, inoltre, numerose opere che non volle - o non poté - pubblicare: l'Artificium perorandi, le Animadversiones circa lampadem Lullianam, la Lampas triginta statuarum e i Libri physicorum Aristotelis explanati.
Per la prima volta nella sua travagliata esistenza, Bruno può dedicarsi serenamente allo studio e all'insegnamento: in questo clima di tolleranza, si attenua quella amara consapevolezza del proprio isolamento che percorre tanti dei suoi scritti; risolvendosi spesso in una accesa esaltazione della propria missione di «Mercurio» chiamato a riportare in fama l'antica verità. In Germania, al contrario, lo sguardo che Bruno getta su stesso si fa più pacato e, forse, più amaro: riconosce di essere solo un esule «gracile di corpo» e «povero di beni»; sa bene di essere un «trastullo della fortuna» la cui esistenza può essere sconvolta da un momento all'altro; ma sa anche di essere un uomo «avvinto e trascinato dall'amore per la verità» al punto di sostenere tesi scandalose e incomprensibili ai più. A maggior ragione, dunque, esprime con grande sincerità, al di fuori di qualsiasi tattica difensiva o intento laudatorio, la propria gratitudine per quei sapienti che hanno colto il nucleo di sapienza e sincerità celato sotto l'aspro atteggiamento di Bruno, e hanno ascoltato serenamente le sue opinioni anche quando suonavano loro «estranee» e «inusitate».





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