La gratitudine di Bruno
“Vi siete comportati in modo tale da apparire sapienti”
«A voi che avete più a cuore il culto religioso - osserva Bruno, rivolgendosi ai membri del senato accademico di Wittenberg - non si richiede di filosofare con troppa curiosità, anche perchè non sembra opportuno che i vostri studenti si attardino troppo negli atri della filosofia, a rischio di non ritornare più, o di entrare troppo tardi e di malavoglia nel tempio della teologia che voi approvate, (questo sarebbe infatti inevitabile se i vostri studenti, stimolati da una diversa erudizione e spinti dal desiderio di approfondire le nozioni da poco apprese volessero cancellare dalla memoria i vecchi precetti in modo così radicali da voler poi esplorare sentieri sconosciuti, cui nessuna delle antiche discipline li avrebbe mai indirizzati, per aprire, in ultimo, le porte che danno adito e accesso alle cose sacre). E tuttavia, per quanto ci fosse questo pericolo, nella vostra università non avete storto il naso, né affilato le zanne, né gonfiato le bocche, né schiamazzato dai pulpiti e nemmeno avete incitato contro di me il furore dei pedanti: all'opposto - come si addice alla vostra dottrina e alla vostra umanità - vi siete comportati in modo tale da apparire sapienti di fonte a voi, di fronte agli altri, di fronte a me e al di sopra di tutto».
I professori “sapienti” e “tolleranti” che lo hanno appoggiato sono - come Bruno ricorda esplicitamente - il poeta e professore di poetica Iohann Major, i teologi luterani Andrea Jodoch e Iohann Matthaeus, i giuristi Pietro Weisembach e Polycarp Leyser e il cancelliere dell'università Georg Mylius: quasi tutti vittime, in varia misura della svolta imposta nel 1588 dal principe
Cristiano I: l'irrigidimento delle leggi universitarie dimostra così quanto fosse in realtà fragile la “tolleranza intellettuale e religiosa” celebrata da Bruno.
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