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Martin Lutero
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Filippo Melantone
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Le comete

Un dibattito serrato

Le comete appaiono all'improvviso, solcano il cielo tracciando linee di fuoco e svaniscono nel nulla: l'irrompere di un “nuovo corpo” in quella che, per definizione, è la dimensione dell'immutabile e dell'eterno costituisce pertanto un evento eccezionale e inquietante. Per questo motivo, fin dall'inizio, il fenomeno delle comete è al centro di un dibattito serrato in cui confluiscono temi astronomici e filosofici e in cui spunti tratti dalla cultura popolare si intrecciano con suggestioni magiche e profetiche. Non solo: la presenza di questi corpi rischia di dissolvere i presupposti teorici su cui si regge la fisica peripatetica. Se i corpi celesti seguono orbite perfettamente circolari, perchè all'osservatore sembra che le comete procedano invece secondo una traiettoria irregolare e in parte rettilinea? E ancora, se il sistema dei cieli è stato creato fin dall'origine come espressione perfetta e immutabile di una sostanza ugualmente incorruttibile, quale materia costituisce il corpo effimero delle comete? Infine, come è possibile che le comete percorrano i cieli senza trovare ostacolo nella materia densa e compatta delle sfere? Incapace di rispondere a tali quesiti, Aristotele sposta l'asse del problema: prendendo le distanze da autori come Pitagora - che avevano riconosciuto l'origine celeste delle comete -, il filosofo afferma che si tratta di fenomeni puramente metereologici. I vapori caldi che si levano alla terra - una volta giunti agli strati più alti dell'atmosfera, dove domina il fuoco - si incendiano e provocano un fenomeno che - solo in apparenza - sembra interessare la regione stessa del cielo. Una simile ipotesi - del resto messa in discussione già dagli astronomi immediatamente successivi ad Aristotele - era stata oggetto di critiche decisive nel corso del Rinascimento.





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