Riorganizzazione degli studi universitari
Un regolamento più severo
Il principe elettore
Cristiano I - che proprio nel 1586 era succeduto al padre Augusto - intendeva condurre una decisa riorganizzazione dell'insegnamento accademico. La Riforma - in linea con il
metodo di Melantone e con le
istanze enciclopediche che si stavano allora diffondendo nella cultura tedesca - perseguiva uno scopo duplice: da un lato si proponeva di restaurare lo studio dei testi aristotelici, che hanno il merito di offrire una formazione culturale solida ed ampia, ma del tutto conforme alla dottrina cristiana. Allo stesso tempo, il nuovo programma di studi doveva ridimensionare l'insegnamento del ramismo, che era diffuso soprattutto dai precettori privati, i quali - come deploravano i consiglieri inviati da Cristiano I per ispezionare l'università - in esplicito contrasto con il metodo di
Filippo Melantone - erano soliti insegnare ai loro allievi la dottrina di
Pietro Ramo. Questa constatazione rese necessario un regolamento più severo: un irrigidimento che rischiava di ripercuotersi sullo stesso Bruno che - pur giudicando Pietro Ramo uno «sterco di pedanti» - era comunque uno di quegli insegnanti privati finiti sotto l'occhio degli ispettori ducali. Fortunatamente, le
leges universitarie nelle quali era contenuto il nuovo regolamento universitario entrarono in vigore solo dopo la partenza di Bruno.
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