la vita di giordano bruno
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Giovan Battista Della Porta
Giovan Battista Della Porta

Bernardino Telesio
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Veduta di Napoli
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Fra Teofilo da Vairano

La tradizione agostiniana

Durante l’inverno 1585-1586, nelle conversazioni parigine con Guillaume Cotin, Bruno esprimerà parole di stima e di rimpianto per il suo antico maestro di logica, l’agostiniano Teofilo da Vairano, presso il quale si recava a lezione privata nel primo periodo della sua permanenza a Napoli. Di lui, il Nolano si preoccupava di sottolineare come fosse poi stato chiamato a insegnare metafisica a Roma. Questi elementi, e la scelta non casuale del nome Teofilo per indicare nei dialoghi cosmologici il «fidel relatore della nolana filosofia», testimoniano della profonda impressione che il severo agostinismo del frate dovette operare nell’animo di Bruno.
Teofilo da Vairano, che si inseriva nella tradizione dell’agostinismo napoletano e aveva elaborato una rigorosa teoria della grazia nell’unica opera, De gratia, che gli viene attribuita, fu tramite del primo contatto di Bruno con la filosofia platonica e neoplatonica, oltre che con la dottrina agostiniana, ma fu al contempo maestro di semplicità evangelica.
Il tema della grazia era certamente un argomento scottante e aveva costituito uno dei punti di snodo dello scisma luterano. In Bruno la presenza e l’incidenza di alcune teorie agostiniane si era rivelata anche in rapporto al dogma trinitario e al termine “persona”. Anche su questi temi, infatti, verteva uno dei processi che gli furono intentati durante il soggiorno napoletano. Non è quindi da escludere che, sottolineando l’autorevolezza del suo maestro e il fatto che costui fosse stato chiamato a leggere metafisica a Roma, il Nolano intendesse, in certo senso, giustificare le proprie posizioni e stornare da sé il sospetto di eresia.




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