Situazione economica

Un'economia immobile

Mentre nella seconda metà del XVI secolo nell’Italia del Nord si affermava una forma di Stato in cui avevano la prevalenza le correnti economiche borghesi, il Napoletano si era attestato al tipo della società baronale, all’immobilismo della proprietà latifondistica. Del resto, se già aveva registrato una notevole diminuzione dell’importanza politica, il Regno si ritrovò anche a svolgere una funzione economica secondaria, dopo la decadenza che aveva colpito tutto il Mediterraneo a seguito delle grandi scoperte di nuovi continenti. Nel complesso, quindi, la situazione economica non presentava quelle caratteristiche di sviluppo in senso capitalistico tipiche dei paesi dell’Italia settentrionale.
A Napoli, l’agricoltura era taglieggiata da un latifondismo di stampo feudale. La stessa attività mercantile, in parte basata sull’attività manifatturiera, che nel porto avrebbe dovuto trovare una spinta propulsiva, languiva. Forte era, invece, la presenza di élites straniere: fiorentine, genovesi, ma anche olandesi.
Nel complesso, la situazione appariva notevolmente degradata e vi si inseriva, in maniera più devastante che altrove, il problema del brigantaggio.

Carta del Regno di Napoli