Lo “scrittoio” di Bruno
Letture fondamentali
L’esperienza nell’ordine domenicano appare estremamente importante per la formazione di Bruno. Proprio in questi anni, infatti, il Nolano potrà studiare e padroneggiare quei testi-cardine su cui, continuamente, tornerà a soffermarsi la sua riflessione.
Come testimoniano gli scritti composti a
Parigi - e come lo stesso Bruno ammette in altre opere - è questo il periodo in cui si forma quel bagaglio culturale di cui si nutrirà il suo pensiero filosofico: dalle
sacre scritture ai
testi patristici, dagli
scritti di edificazione agli
scritti teologici. Ma non mancano prove di letture “eterodosse”:
Erasmo, in primo luogo, ma anche
Origene, come si desume dalle stesse parole bruniane a proposito del fatto che, per ben due volte, fu processato a Napoli.
Sempre in questi anni, Bruno approfondisce lo studio delle
dottrine di Aristotele e dei peripatetici e, al contempo, si accosta alle
traduzioni ficiniane di Platone e dei neoplatonici. È inoltre evidente una profonda conoscenza della
produzione poetica, sia classica che contemporanea. Infine, sicuramente a questi anni di fervido studio risale la lettura di Pietro da Ravenna, i cui
scritti mnemotecnici rappresentarono, come lo stesso Bruno ebbe a esprimersi, la «favilla
» da cui «scaturì un grande incendio
».