La struttura istituzionale e amministrativa
Un’evoluzione secolare
Venezia era certamente uno Stato del tutto particolare, la cui forma si era strutturata storicamente per un'evoluzione secolare. Il doge è il capo titolare e visibile dello Stato, ma la sovranità della Repubblica appartiene
de jure et de facto al Maggior Consiglio.
Il doge costituiva, più che altro, una figura rappresentativa, era circondata di grandi onori e prestigio e in lui si materializzava l’espressione della sovranità dello Stato: era il capo supremo di tutta la gerarchia, ma non aveva alcun potere reale. Non deteneva il diritto di grazia e non aveva nemmeno la facoltà di uscire da Venezia, senza una speciale licenza del Consiglio. La sua presenza in città doveva garantire la visibilità del potere in tutta la sua dignità, perciò non poteva sottrarsi ai numerosi cerimoniali che l’etichetta del ruolo comportava, ma sempre per il decoro dell’istituzione, non della persona.
Il vero potere era comunque detenuto dal Consiglio Maggiore, da cui dipendevano direttamente o indirettamente tutti i magistrati e che aveva la potestà legislativa. In pratica ciò significa che si andò sempre più affermando una forte oligarchia mercantile e patrizia che realizzò un accentramento statale a rovescio: se negli altri Stati il potere si incentrava nel principe, qui la sovranità si impersonava in un organo collegiale, che governava i sudditi e le colonie. Tale organo non era elettivo, ma chiuso ed equilibrato in modo tale da impedire che chiunque, sull’onda del favore popolare, potesse impadronirsi del potere.
Per conservare questa struttura istituzionale e amministrativa si era elaborata e consolidata un'accurata articolazione dello Stato mediante
il diritto e gli ordinamenti.
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