L'Arsenale
Vera istituzione politica ed economica
Venezia, in quanto potenza marinara, dimostrava una speciale cura per la flotta. La città lagunare non era più all’apice della sua gloria marittima ed economica, tuttavia tutta la sua vita ruotava intorno all’Arsenale. Più che un semplice cantiere, l’Arsenale rappresentava una vera e propria istituzione politica ed economica, il vero tipo di una grande industria di Stato, che si occupava della fabbricazione e della riparazione delle navi da guerra e, in misura minore, delle navi mercantili. All’Arsenale facevano capo anche una corderia, “La Tana”, e una fabbrica d’armi.
Presiedeva tutta l’attività industriale una magistratura chiamata “l’eccellentissima Banca”, composta da tre nobili, i Patroni dell’Arsenale, che restavano in carica trentadue mesi ed erano scelti dal Maggior Consiglio. Costoro erano inoltre affiancati da tre Provveditori, in carica per sedici mesi.
C’era poi tutto il personale tecnico, diretto dall’ammiraglio, e composto dai “proti”: c’era il proto “dei marangoni”, “dei calafati”, “dei remieri”, “degli alboranti” ecc. Al controllo delle maestranze sovrintendeva un personale speciale, che andava dal “capitanio dell’arsenal” ai “portoneri”. Una caterva di funzionari amministrativi si occupava dell’amministrazione e della contabilità.
Quanto agli operai, di numero variabile, ma imponente, c’era la tendenza a creare una mano d’opera di Stato, dotata di una certa stabilità. Ma esisteva anche un mercato del lavoro molto vivace, perché gli armatori gareggiavano per assicurarsi gli operai migliori e più specializzati.
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