la vita di giordano bruno
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Galileo Galilei
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Tommaso Campanella
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I testimoni

Ciotti, Brictano, Morosini

Tre erano i testimoni addotti dal Mocenigo nella sua prima lettera d’accusa contro Bruno: i librai Giambattista Ciotti e Giacomo Brictano, e il nobile Andrea Morosini.
Di questi, i primi due furono interrogati subito, prima della deposizione del Nolano. Le loro testimonianze vertevano sulle circostanze in cui, a Francoforte, avevano conosciuto Bruno e, nel caso del primo, sulla sua opera di mediazione nei confronti del Mocenigo per l’indicazione di Bruno come possibile insegnante di mnemotecnica.
Nessuno dei due dichiara alcunché di nocivo nei confronti dell’imputato. Richiesti, in seguito, di precisare se fossero a conoscenza di atteggiamenti irreligiosi da parte di Bruno, essi possono solo ammettere che, per fama, in Germania il Nolano passava per uomo poco attento ai fatti della religione, ma che, dal canto loro, non possono direttamente attribuirgli dichiarazioni o atteggiamenti irriguardosi nei confronti della religione. Il Brictano, anzi, citando il Priore del convento di Francoforte, dice che il Nolano «se occupava per il più in scrivere e andar chimerizando e strolegando cose nuove».
Il nobile Morosini, che aveva ospitato qualche volta Bruno nelle riunioni che abitualmente si tenevano presso il suo ridotto, fu ascoltato con tutti i riguardi, dovuti alla sua condizione e, per parte sua, rese una testimonianza ancora più benevola nei confronti dell’imputato, dichiarando che mai gli aveva sentito proferire, nelle sue conversazioni, alcunché di disdicevole o contrario alla religione.




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