Testi patristici
Modelli di retorica e di metodo
Gli scritti dei Padri della Chiesa venivano studiati, nel primo anno dopo la professione, unicamente come modelli di metodo e di retorica. I novizi erano incitati ad ammirare e imitare la «mirabile facondia di Giovanni Crisostomo, la gravità dello stile di Gerolamo, l’acume e il calore di Pietro Crisologo, la sentenziosa brevità di Ambrogio, la dolcezza scritturale e spirituale di Bernardo, l’erudizione di Cipriano
».
Bruno, invece, si interessa sin dall’inizio alle dottrine dei Padri, mettendo a fuoco il singolare intreccio di platonismo, neoplatonismo e cristianesimo che li caratterizza. Sintomatico è il fatto che - come lo stesso Bruno riconoscerà esplicitamente - i primi dubbi sul dogma dell’Incarnazione siano nati contemporaneamente alla lettura e allo studio delle opere di Agostino. In questo, con ogni probabilità, una parte non indifferente doveva aver avuto anche l’insegnamento di Teofilo da Vairano.