Il tessuto urbano della Napoli rinascimentale
Una trama fitta e vivace
A metà del ‘500, ma questo costituirà un segno peculiare della città nel corso della sua storia, Napoli presentava un aspetto esteriore irrazionale e contraddittorio, caratterizzato dalle strette vie del centro e dal confuso affollamento di una città quasi del tutto priva di piazze e di giardini: di ampi spazi verdi beneficiano, in maniera pressoché esclusiva, le comunità religiose, vere e proprie oasi, insieme con maestosi palazzi di grande dignità architettonica, nel susseguirsi di vicoli e viuzze, dove la presenza di un
tessuto sociale estremamente variegato si intreccia con la fitta trama urbana a creare una sensazione di vivace confusione.
Soprattutto nel
Candelaio, Bruno parlerà della città di Napoli, con riferimenti alla sua vita, ai suoi personaggi caratteristici e alle sue zone più pittoresche: dalla dedica rivolta al «Candelaio in carne e ossa», probabilmente un confratello del convento di S. Domenico Maggiore, al ricordo dei due porti, quello del “Montecchio” e quello “del silenzio”, rispettivamente il porto minore e quello maggiore della città, all'osteria del Cerrigli che, secondo le testimonianze dell'epoca era frequentato da cortigiane, mercanti, soldati e malfattori.
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