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Enrico III
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Pierre de Ronsard
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L'editto di Nantes

Un passo verso la tolleranza

Prima della stipulazione del trattato di Vervins, che riconferma i patti di Cateau-Cambrésis e ristabilisce l’integrità del regno di Francia, Enrico IV risolve la questione religiosa con l’editto di Nantes del 1598. Esso viene emanato per assicurare la pace civile garantendo libertà e tolleranza a entrambe le confessioni religiose nelle quali la Francia appare irrimediabilmente divisa. Le lagnanze, dichiara il re, provengono da entrambe le parti, che protestano, in sostanza, contro la crisi di autorità che aveva impedito l’osservanza della legislazione elaborata in passato. Enrico IV, infine, prende atto della realtà francese, che, pur nella pace quasi raggiunta, mostra come a Dio non piaccia ancora di essere adorato e pregato da tutti i suoi sudditi “in una comune forma e religione”, e dichiara quindi di voler dare una “legge generale” chiara e precisa che ponga fine alle lotte religiose. Ai riformati viene accordata piena libertà di coscienza e di culto in tutti i luoghi dove essa è già in vigore; viene riconosciuta assoluta parità politica con i cattolici e vengono infine create “camere bipartite” nel Parlamento di Parigi e in altri parlamenti provinciali.
La sostanza dell’editto di Nantes, comunque, non differisce da quella di altri editti emanati e revocati nel passato; inoltre il regno di Francia resta, in ultima analisi, un regno cattolico. Resta tuttavia importante che, in un’Europa dominata dal “cuius regio eius religio”, la Francia pacificata apra una breccia in direzione della tolleranza e della convivenza tra le diverse confessioni.





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