Il secondo soggiorno

Una presenza imbarazzante

Bruno si reca una seconda volta a Parigi a partire dal novembre 1585, al seguito dell’ambasciatore francese a Londra Michel de Castelnau, richiamato in patria dalla sua corte già l’anno precedente. Per quanto egli possa ancora contare, tornando in Francia, sull’amicizia di influenti personaggi francesi e italiani, a cominciare da Jacopo Corbinelli e Piero Del Bene, sostenitori della politica conciliatrice di Enrico III, senza dubbio, alla data del suo ritorno, la situazione politica francese si è ormai sviluppata in una direzione che rende la sua presenza notevolmente imbarazzante per i politiques moderati. Nel luglio del 1585 Enrico III è infatti costretto a revocare l’editto di pacificazione contro i protestanti, mentre nel settembre dello stesso anno Sisto V pubblica la sua bolla di scomunica contro Enrico di Navarra. Si tratta di un irrigidimento carico di conseguenze anche per un uomo nella condizione di Bruno: egli infatti, appena tornato a Parigi, cercherà di tornare nei ranghi della Chiesa cattolica, ripetendo, ancora una volta inutilmente, il tentativo già fatto a Tolosa.
Il secondo soggiorno parigino di Bruno è poi scandito e contrassegnato, sul piano dell’attività filosofica e scientifica, da alcuni episodi clamorosi – la polemica con Fabrizio Mordente e la disputa al Collège de Cambrai –, nei quali il dissidio culturale si intreccia al dissidio politico, rendendo assai fragile e precaria la posizione del Nolano, anche alla luce delle mutate esigenze politiche e diplomatiche dello stesso partito dei cui ideali egli si mostra fautore prima in Francia, poi in Inghilterra. Senza appoggi sicuri nel gruppo dei politiques, malvisto dai Guisa per la questione del Mordente, apostata della Chiesa di Roma, a Bruno non resta altro da fare che abbandonare il suolo francese. Egli lascerà, così, Parigi per la Germania nell’estate del 1586.

Diagramma mnemonico

Pianta di Parigi

Veduta di Cambray