Situazione politica
Vivace dibattito politico
Negli ultimi decenni del ‘500 tutta la Francia è un vero e proprio teatro di guerre e di conflitti. Allo stesso modo, la sua capitale deve affrontare la dilaniante tragedia civile che si consuma fra le fila della sua aristocrazia: da un parte i Guisa, fedeli sostenitori dell’ortodossia cattolica, e dall’altra i Borboni, capi del partito ugonotto, nella stessa misura in cui un tempo l’Italia era stata divisa fra Guelfi e Ghibellini. Per di più l’infuocata politica francese di fine secolo trascina e coinvolge nel conflitto anche il resto dell’
Europa, che assiste alla spaccatura politicamente e culturalmente più profonda, quella fra cattolici e protestanti, della storia moderna.
La situazione politica è dunque caldissima. Ma non meno travagliato è il contesto sociale: a partire dal 1550, l’ecosistema francese riguardante le strutture della società subisce delle variazioni consistenti, in rapporto ai caratteri sociali medievali. Queste varianti riguardano soprattutto i rapporti di forza del mondo contadino con il complesso urbano, commerciale, amministrativo, statale. Per di più se in tutta Europa la Riforma comporta l’entrata dell’Occidente in quella che è stata chiamata la “galassia Gutenberg” (la diffusione della stampa, e con essa la moltiplicazione delle possibilità di acculturazione), da questo punto di vista molte regioni francesi, soprattutto quelle agricole, rimangono estranee a tale
rivoluzione sociale e culturale. Il mondo rurale francese, infatti, nel ‘500 è ancora assai poco aperto ad innovazioni di sorta. Continua insomma a persistere un sistema piuttosto chiuso, tradizionale, fondato sul privilegio.
A questa situazione di ristagno, comunque, si contrappone la vivacità di un intenso dibattito politico, che porterà a risultati notevolissimi sul piano della produzione intellettuale: si pensi solo al contributo della riflessione di
Jean Bodin alla creazione di un concetto di stato moderno.
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