La letteratura scientifica
E la lingua nazionale
Il radicale rinnovamento della tradizionale visione del mondo ha naturalmente, una ricaduta immediata anche sul sapere scientifico e tecnico, anche in connessione con la necessità di modificare gli strumenti linguistici di comunicazione e diffusione della conoscenza. Così, se l’anatomista fiammingo Andrea Vesalio, antico studente della Facoltà di Montpellier e di Parigi, attacca nel suo trattato
De humani corporis fabrica (1543) le tradizioni anatomiche della scienza antica, è poi un poligrafo come Charles Estienne a tradurne in francese nel 1546 il trattato sulla
Dissection des parties du corps human, illustrato dai celebri disegni di Etienne de la Rivière. Nelle opere del chirurgo Ambroise Paré (1510-1590), la lingua quotidiana si fa poi capace di un’espressione precisa e razionale, in grado di toccare argomenti come la cura delle ferite da armi da fuoco, l’anatomia, la varietà e la bizzarria dei prodotti della natura. E, ancora, tutta in lingua nazionale è la vasta produzione di trattati, compendi e opuscoli legati alla diffusione francese della nuova medicina paracelsiana, e pubblicati nel decennio 1560-1570. Nell’epoca delle grandi scoperte, ricca e interessante è anche la
letteratura naturalistica e di viaggio. La poesia scientifica occupa poi un posto non trascurabile nell’opera degli autori e letterati che gravitano intorno alla
Pléiade, primo fra tutti Pontus de Tyard, che si mostra nel suo
L’Univers buon conoscitore delle discussioni astronomiche e della teoria copernicana.
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