Situazione culturale
La rinascita delle humanae litterae
La rinascita delle
humanae litterae si risolve anche in Francia in una serie di profonde innovazioni. L’interesse per il mondo antico si manifesta nel recupero, filologicamente agguerrito, di interi settori del mondo latino, greco ed ebraico; l’avversione alla scolastica e al suo dogmatismo conduce a un atteggiamento filosofico e religioso che, memore della lezione di
Ficino e Pico, non intende contrapporsi alla verità cristiana, quanto comprovarla da nuovi e inusitati punti di vista.
L’uomo di cultura si libera da sudditanze confessionali; collabora, specie nell’ambito della corte, alla formazione dei nuovi ceti dirigenti; diffonde un ideale di sapere enciclopedico; sviluppa un nuovo senso della storia. Nell’ambito delle arti e delle lettere, la riflessione sulle tecniche espressive, sulla natura del linguaggio, sui sistemi grammaticali e retorici si unisce ad un culto della poesia come speculazione suprema, elevazione dello spirito illuminato.
Rispetto alla tradizione medievale, mutano anche i luoghi di produzione e diffusione del sapere. Se a Parigi la cultura si organizza – oltre che nella
corte – nei collegi e nella Académie de Poesie et de Musique (attiva dal 1570 al 1576), in provincia sorgono luoghi d’incontro e cenacoli culturali. Tuttavia, il ‘500 non è certo secolo del tutto unanime nell’esaltazione degli ideali della nuova cultura. Fratture profonde oppongono in realtà correnti e ideologie. Il mondo teologico tradizionale trova nelle istituzioni universitarie la sua roccaforte e nell’azione dei Parlamenti la sua
longa manus. Al diffondersi di un gusto e di scelte culturali dichiaratamente italianizzanti si oppongono le violente requisitorie di Henri Estienne contro l’invadenza italiana e i mille
pamphlets contro
Caterina de’ Medici, simbolo di una Francia degradata dal malcostume morale e politico, incarnazione del più cinico e vieto machiavellismo.
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