Le guerre civili
Trentasei anni di scontri continui
Nel clima di tensione altissima in cui vive la Francia della metà del Cinquecento si inserisce una lunga serie di avvenimenti politici che contribuiscono, fra le altre cause, a scatenare le guerre civili a sfondo religioso. Il lungo periodo di trentasei anni che va dal 1562 al 1598 è stato, genericamente, diviso in otto guerre di religione: gli scontri, in realtà, sono continui. Queste profonde tensioni, inoltre, mostrano come la soluzione dei contrasti interni francesi non possa essere raggiunta sul piano della forza, che implica il ricorso a sempre più pesanti interferenze esterne; occorre, invece, una soluzione politica, come già da tempo vengono proponendo i
politiques, che abbandoni il fanatismo religioso in nome di una concordia politica e che consenta una ripresa francese sul piano internazionale.
Di fronte alla prospettiva che il partito ugonotto acquisisca il completo controllo del governo,
Caterina de’ Medici trova nei Guisa e nel duca d’Angiò gli strumenti politici per realizzare questa operazione. Nella notte tra il 23 e il 24 agosto 1572, però, i Guisa e i d’Angiò scatenano il massacro di migliaia di riformati. Enormi sono le conseguenze politiche della strage di San Bartolomeo: essa isola la Francia rompendone l’amicizia con l’Inghilterra, e guastandone le relazioni coi protestanti tedeschi; inoltre riaccende nel paese la discordia civile, colpendo profondamente il prestigio della corona.
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