La Chiesa

Un'organizzazione verticale

In un primo sinodo nazionale, convocato a Parigi nel 1559, al quale inviano i loro delegati, le comunità protestanti sparse in tutto il territorio francese si danno un ordinamento generale, che regola con particolare chiarezza e razionalità le loro strutture istituzionali.
La compagine ecclesiale si articola dal basso verso l’alto: singole comunità contermini formano sinodi circoscrizionali, “colloqui” o classi, i cui delegati costituiscono i referenti superiori dei sinodi provinciali. E i delegati di questi ultimi si raccolgono infine nel sinodo nazionale, che è la suprema istanza della Chiesa protestante. Questa Chiesa non avrebbe mai potuto creare un’organizzazione così ampia e articolata senza il sostegno di più di mille comunità sorte in ogni parte della Francia.
In questo periodo, a causa della politica di guerra, la popolazione è esasperata dalla pressione fiscale divenuta quasi intollerabile, e non solo muove critiche sempre più aspre ai governanti, ma si abbandona anche a disordini locali e si dimostra irrispettosa nei loro confronti. Tutto è in fermento, non diversamente che in Germania poco prima della Riforma. Inoltre il calvinismo diviene il punto d’incontro delle più diverse classi sociali che esigono un rinnovamento dello stato e della Chiesa.
In questo clima, si moltiplicano le adesioni alla nuova dottrina. Gli ecclesiastici rimangono in generale fedeli alla vecchia Chiesa; soltanto quattro dei centotredici vescovi passano al calvinismo, mentre continua l’afflusso dagli strati medi e superiori della borghesia. Comunque il protestantesimo viene ben politicizzato, giacché la nobiltà ne assume la direzione. Come forza politica, perciò, la nuova fede, a causa dei legami che uniscono la monarchia alla Chiesa cattolica, diventa inevitabilmente il partito politico in opposizione alla Corona.

Ritratto di Giovanni Calvino

Vera imago Ecclesiae papisticae

Vera imago veteris Ecclesiae apostolicae