La magia
Una visione del mondo
La magia, forma di cultura già diffusa presso i popoli primitivi, in tutte le società è stata usata per controllare l’ambiente e per far fronte alle forze e alle “potenze” presenti nel mondo. Nella storia della filosofia occidentale essa affiora più volte e assume la veste di una vera e propria visione del mondo.
Bruno e
Campanella, Paracelso e Cornelio Agrippa, Cardano e Robert Fludd trasformano la mai spenta tradizione magica in una vera e propria filosofia, che intreccia strettamente alle tecniche magiche quelle dell’alchimia e dell’astrologia, combinate a motivi ermetici. Così nella magia, come nell’alchimia, convivono insieme misticismo e sperimentalismo: i libri della grande magia rinascimentale (come quelli scritti da
Gianbattista della Porta e da Cornelio Agrippa) sono il frutto di una strana mescolanza, e nello stesso manuale troviamo pagine di ottica, di meccanica, di chimica, ricette di medicina, insegnamenti tecnici sulla costruzione di macchine, codificazioni di scritture segrete. Essa inoltre, si connette profondamente ai desideri di riforma della cultura, al millenarismo, alle aspirazioni a un radicale rinnovamento politico.
Anche per Bruno, del resto, la magia ha una funzione per così dire “pratica”: essa deve operare sul reale per trasformarlo, per modificare i rapporti e le relazioni fra le cose. Infatti la cultura magica pensa la natura fisica non solo come materia continua e omogenea che riempie lo spazio: essa è un tutto vivente, che ha in sé un’anima, un principio di attività interno; e fra il macrocosmo e il microcosmo c’è una stretta corrispondenza. Così, agendo sugli elementi (piante, animali, terra, ecc.) è possibile modificare i rapporti che regolano la vita del mondo. Il mago, penetrando dentro questa realtà infinitamente complicata, può cogliere le corrispondenze che legano ogni cosa al tutto-vivente, e costruire così una catena ininterrotta di legami, di vincoli. Riemerge, insomma, la natura fortemente pragmatica della filosofia bruniana; di una filosofia, cioè, che deve portar frutto per avere un senso.
Infine, aspetti e motivi “magici” confluiranno nella cosidetta scienza moderna: tramontata ormai l’idea per cui il moderno sapere scientifico si solleverebbe sopra l’oscurità e le tenebre della magia superstiziosa, magia e scienza rimangono un intreccio non facilmente districabile.
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