La letteratura naturalistica e di viaggio
L'interesse per paesi lontani
Da ricordare, a questo proposito, l’opera pubblicata da Jean de Lèry nel 1578 sulla vicenda della France d’Amerique, la colonia brasiliana voluta come rifugio per i protestanti da Gaspard de Coligny, ammiraglio di Francia e capo ugonotto: il mito del buon selvaggio trova qui una delle sue prime illustrazioni. Importanti anche le osservazioni relative ai paesi d’Oriente raccolte dal naturalista Pierre Belon, erudito e professore legato alla
Pléiade, specialista di botanica, di ittiologia e di ornitologia.
Il francescano André Thevet, storiografo e cosmografo di corte, a sua volta in relazione con i poeti della Pléiade – che compongono poesie introduttive alle sue opere – è autore nel 1571 di una
Cosmographie universelle, che offre un quadro d’insieme delle curiosità e delle conoscenze geografiche dell’epoca. A fianco delle opere francesi, il pubblico nutre un grande interesse anche per le relazioni di viaggio straniere. Molte di esse – da Lopez de Gomara a Bartolomé de Las Casas – ispirano anche
Montaigne, nella sua condanna di un colonialismo avido e sprezzante della dignità e delle convinzioni religiose e sociali degli abitanti di quei lontani, ma civilissimi paesi.
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