Jacopo Corbinelli
Un simpatizzante di Bruno
Fra gli esuli italiani che cercano presso la corte francese guida politica e aiuto finanziario spicca la figura di
Jacopo Corbinelli, forse quello che ha contatti più stretti con
Enrico III di Valois. Bruno intrattiene rapporti cordiali, quasi amichevoli con Corbinelli, e quest’ultimo – forse con tutta la sua cerchia – va con ogni probabilità incluso tra quegli anonimi «signori ch’io conoscevo», con cui il filosofo racconta agli inquisitori veneziani di aver trascorso il proprio tempo nel corso del secondo soggiorno a Parigi.
A conferma di un rapporto certo rilevante restano i cenni e i riferimenti al soggiorno parigino di Bruno che punteggiano le lettere di Corbinelli a Gian Vincenzo Pinelli. E, più ancora, restano i suoi
giudizi sulla personalità di Bruno, come pure sui due episodi che ne caratterizzano e movimentano il secondo soggiorno parigino: la polemica con Mordente e la disputa di Cambrai. In entrambi i casi, Corbinelli giudica con comprensione e simpatia le posizioni del Nolano, pur senza nascondersi la precarietà e difficoltà della sua situazione. Così infatti scrive: «Il Nolano sempre contra il Mordente, et nuovi dialoghi. Hora egli e dreto a destruggere tutta la filosophia peripatetica et per quel poco ch’io n’intendo mi par che e’ dica molto bene le ragion sue. Penso che sara lapidato da questa Universita. Ma presto se n’andra in Alemagna».
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