Enrico III
L’alleanza con Enrico di Borbone
Alla morte di Carlo IX (1574), il fratello Enrico lascia il trono di Polonia al quale era stato eletto nel 1573 e torna in Francia come nuovo re: con il nome di
Enrico III, sarà l’ultimo sovrano della stirpe dei Valois. Egli, che pure è stato uno degli organizzatori della notte di San Bartolomeo, non è un fanatico e non ha intenzione di continuare la lotta armata; del resto non possiede neppure il prestigio indispensabile per imporsi.
Nel 1576, quando
Enrico di Borbone riconquista la libertà e si fa protettore delle chiese protestanti e cattoliche riunite, Enrico III si convince che non può avere partita vinta. Concede allora la pace di Beaulieu, con la quale i riformati ottengono la completa libertà di culto. Inoltre tenta di acquisire la disponibilità dell’organizzazione leghista, che si rende però presto vana. Anche sotto il suo regno, comunque, non cessa di persistere quel clima di misticismo che sempre aveva circondato il “
Rex Christianissimus”: e nella divisa delle Tre Corone di Enrico III Bruno vede una forma di pacifico imperialismo religioso, contrapposto alle aggressive ambizioni della monarchia spagnola.
Finalmente nel 1587, dopo la disastrosa sconfitta della Invencibile Armada, Enrico vede il momento di liberarsi dal pesante condizionamento dei leghisti e di rivalersi delle umiliazioni cui essi lo avevano sottoposto. Nel 1588, mettendo a frutto alcuni degli insegnamenti del suo autore preferito, Machiavelli, vibra un colpo decisivo alla tracotanza guisarda. L’alleanza con Enrico di Borbone è inevitabile, come estrema via di salvezza per la corona.
Ugonotto incline alla tolleranza, capo militare che preferisce una buona pace a una guerra costosa, capo di un partito più desideroso di salvaguardare l’unità del regno che di assicurare a ogni costo il trionfo della causa, ma ormai unito ai suoi compagni da veri legami di sangue: ecco come si presenta di fronte a Parigi Enrico di Navarra alla morte dell’ultimo Valois.
1