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Enrico III
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Pierre de Ronsard
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Calvinismo e umanesimo

Calvino: da studente a riformatore

Sin dall’inizio della sua diffusione il patrimonio di pensiero protestante passa per osmosi alla Francia dalla Germania e dalla Svizzera. I ceti più colti, gli accademici e gli intellettuali pervasi di umanesimo si dimostrano disposti ad accoglierlo e sono ben presto seguiti anche da commercianti e artigiani. Non ne derivano però modifiche nell’organizzazione ecclesiastica. In complesso, le simpatie per la Riforma si limitano alla lettura di scritti in circoli privati e alla diffusione di principi luterani, e di una mentalità e sensibilità evangeliche.
La Chiesa è comunque un’istituzione politica che conferisce al re un enorme potere. I monarchi francesi non possono perciò tollerare che questo pilastro del loro trono venga messo in pericolo da qualsivoglia teologia o movimento di natura riformatrice e perciò perseguitano sistematicamente ogni espressione ereticale. Per difendere il loro paese dal protestantesimo inaspriscono le pene comminate agli eretici.
Ancora studente, Calvino era dovuto fuggire dalla Francia; più tardi sarebbe stato proprio lui a dare avvio in quel paese alla riforma protestante. Per suo merito, il protestantesimo francese ha una chiara dottrina, una dogmatica precisa e norme di organizzazione ben definite, tanto che possono formarsi ben presto comunità confessionali. Calvino può infatti incontrare Bucer a Strasburgo, poi Erasmo a Friburgo, e gli amici di Zwingli a Basilea. Certamente la migliore accoglienza gliela riserva, comunque, Ginevra. Qui il suo compatriota Farel gli chiede di edificare insieme a lui una nuova Chiesa svincolata dal potere politico, che non serva, come in Germania, gli interessi dei principi, ma che sia veramente una società nuova.
Da Ginevra le idee di Calvino si diffondono velocemente, dalle Fiandre al Mediterraneo. Per di più, per Calvino il diffondersi del libro è un alleato inestimabile: da Ginevra le sue opere arrivano a Lione, importante centro di stampa e capitale clandestina della riforma in Francia. La repressione, che si rinvigorisce nel 1542 con l’affidamento dell’Inquisizione ai domenicani, e che procede per tutto il secolo, non impedisce però che le chiese si moltiplichino: nel 1559 ne esistono già trentaquattro in Francia, tutte aderenti alla fede calvinista.





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