la vita di giordano bruno
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Elisabetta I
Elisabetta I

Nicolò Copernico
Copernico


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Londra
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Situazione culturale

Cultura di corte e cultura accademica

Negli ultimi decenni del ‘500, la vita culturale inglese è organizzata attorno a due diversi poli di attrazione istituzionali: la Corte e l'Università. Si tratta di una situazione affine a quella di molti altri paesi europei in quello stesso periodo, ma in Inghilterra la differenza tra cultura di corte e cultura accademica è accentuata da profonde divergenze ideologiche e metodologiche, radicate nei mutamenti sociali che la riforma anglicana comportava.
Mentre nei due studi di Oxford e Cambridge si afferma l'umanesimo riformato, con i suoi orientamenti prevalentemente grammaticali e filologici, di impronta aristotelica o ramista, la cultura della città è attraversata da uno spettro più ampio di interessi, che spaziano dalla cultura scientifica (matematica, astronomia, ingegneria), alla cultura letteraria, dalle forme più “impegnate”, vicine ad esempio agli orientamenti neoplatonici della letteratura di corte italiana, a quelle più mondane e di intrattenimento.
Anche dal punto di vista linguistico le differenze tra cultura della città e cultura dell'Accademia non potrebbero essere più marcate: se l'Accademia parla il latino ciceroniano degli umanisti, gli intellettuali cittadini, appoggiati anche economicamente dall'aristocrazia cortigiana, scrivono i loro libri nella lingua nazionale, mentre a corte è diffusissima la conoscenza dell'italiano.
Durante il ‘500 la cultura in Inghilterra rifiorisce e il regno di Enrico VIII rappresenta il terreno di semina per la nuova stagione di rigoglio degli studi, avviliti dopo la soppressione violenta della libertà di pensiero ad Oxford (1382) e in seguito alla persecuzione delle dottrine di Wycliffe.
Dall’Italia giungono ad Oxford nuovi insegnamenti che spingono a leggere i classici, ad imparare il greco, il latino. Il giovane Colet scuote tutto il mondo universitario oxoniense, ponendosi direttamente di fronte alla pagina greca delle lettere di S. Paolo, commentandola in senso filologico e storico.
Nel giro di pochi anni, i seguaci della vecchia scolastica vengono definiti somari e Duns Scoto, il doctor subtilis, deriso.
Erasmo, Colet e Moro sono i campioni del Rinascimento in Inghilterra: essi coniugano le dottrine filologiche con la passione per la teologia e i testi sacri. Il nuovo movimento culturale si tinge di una forte connotazione morale e il Rinascimento inglese si caratterizza per la forte carica polemica nei confronti del clero mondano, dei monaci oscurantisti, delle efferatezze delle corti ecclesiastiche.
La corte incoraggia il nuovo corso degli studi: Enrico VIII si attornia di eruditi tanto numerosi da far invidia all’università; Elisabetta, da parte sua, parla in greco e latino, ama la cultura italiana, di cui conosce la lingua, è sensibile all’influenza degli eretici italiani Vermigli e Ochino, ospita alla sua corte Giordano Bruno. Una perfetta inglese «italianata».





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