Giudizio di Bruno sui politici inglesi
Un'occasione da non perdere
L’occasione che si offre a Bruno di intrecciare stretti legami con l’ambiente politico inglese viene colta immediatamente: ecco cosa scrive nella
Cena:
«Quivi, bench’io come particolare non le conosca, né abbia pensiero di conoscerli, odo tanto nominar gl’illustrissimi ed eccellentissimi cavallieri, un gran tesorier del regno, e
Roberto Dudleo, Conte di Licestra; la generosissima umanità di quali è tanto conosciuta dal mondo, nominata insieme con la fama della Regina e regno, tanto predicata ne le vicine provinze, come quella ch’accoglie con particolar favore ogni sorte di forastiero, che non si rende al tutto incapace di grazia ed ossequio. Questi, insieme co’ l’eccellentissimo signor Francesco Walsingame, gran secretario del Regio Conseglio, come quelli che siedono vicini al sole del regio splendore, con la luce de la lor gran civiltade son sufficienti a spengere ed annullar l’oscurità, e con il caldo de l’amorevol cortesia desrozzir e purgare qualsivoglia rudezza e rusticità, che ritrovar si possa non solo tra brittanni, ma anco tra sciti, arabi, tartari, canibali ed antropofagi. Non ti viene a proposito di referire l’onesta conversazione, civiltà e buona creanza di molti cavallieri e molto nobili personaggi del regno, tra’ quali è tanto conosciuto ed a noi particolarissimamente, per fama prima, quando eravamo a Milano ed in Francia, e poi per esperienza, or che siamo ne la sua patria, manifesto, il molto illustre ed eccellente cavallliero, signor
Filippo Sidneo; di cui il tersissimo ingegno, oltre i lodatissimi costumi, è sì raro e singolare, che difficilmente tra’ singolarissimi e rarissimi, tanto fuori quanto dentro Italia, ne trovarete un simile».
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