La xenofobia degli inglesi
L'esperienza diretta del Nolano
Bruno sperimenta direttamente la scarsa accoglienza del popolo inglese: «Conoscendoti in qualche foggia forastiero, ti torceno il musso, ti ridono, ti ghignano, ti petteggiano co’ la bocca, ti chiamano, in suo linguaggio, cane, traditore, straniero; e questo appresso loro è un titolo ingiuriosissimo, e che rende il supposito capace a ricevere tutti i torti del mondo, sia pur quanto si voglia uomo giovane o vecchio, togato o armato, nobile o gentiluomo […]ognuno sfogando quel sdegno naturale c’ha contra il forastiero, ti verrà di sua propria mano (se non sarà impedito da la calca de gli altri, che poneno in effetto simil pensiero) e con sua propria verga, a prender misura del saio; e se non sarai cauto, a saldarti ancora il cappello in testa».