Giudizio di Elisabetta su Giordano Bruno
“Infedele, empio e ateo”
La regina Elisabetta possedeva tre opere di Bruno: lo
Spaccio de la bestia trionfante,
La cena de le ceneri, il
De l’infinito universo et mondi.
Ci è rimasta una testimonianza delle sue opinioni sul filosofo riportata da Giulio Cesare La Galla:
«Né piacque mai questa teoria agli altri quanto ai seguaci di Protagora, di Diagora o di Teodoro; nel novero dei quali ci fu anche Bruno, recentissimo paladino di tale opinione che meritò di essere chiamato dalla regina
Elisabetta d’Inghilterra infedele, empio e ateo».
E si trattava di un giudizio che era uscito dai confini dell’isola inglese, come risulta da questa testimonianza: «Questi frati dicono sia stato due anni in
Genevra; poi passò a legere nello Studio di
Tolosa, et poi in Lione, et di là in Inghilterra, dove dicono non piacessono punto le sue opinioni».
1